Kodo Sawaki Roshi (1880 – 1965)
Detto “Yadonashi Kodo”, l’uomo senza dimora, figura anomala quanto altamente ispirativa dello Zen Soto contemporaneo, giunse a 16 anni a realizzare la sua vocazione, superando gravi difficoltà e privazioni. Orfano in tenera età, conobbe gli ambienti più malfamati, un’esperienza che connotò di un’intensa umanità il tenore del suo insegnamento – noto per profondità e sapienza, quanto per l’ironia dei folgoranti aforismi – che elargì peregrinando nei più remoti angoli del Giappone, dalle città ai villaggi di pescatori, dalle università alle prigioni.
Fu discepolo di Koho Sawada Roshi, da cui ricevette il Dempo (Trasmissione del Dharma) e di Sotan Oka Roshi; occupò alte cariche di educatore in grandi monasteri e fu professore all’Università di Komazawa, senza mai arrestare il suo viaggio per promuovere il “nuovo” Zen dei Buddha-patriarchi, Zazen. Nel 1965, poco prima di morire, ordinò il suo discepolo, Taisen Deshimaru Roshi.
Shuyu Narita Roshi (1914 – 2004)
Primo erede nel Dharma di Sawaki Kodo (1880-1965), 28° Abate di Todenji (Pref. di Akita, nel Nord del Giappone). Fedele e coraggioso testimone del Buddha-Dharma, raffinato esempio di forza e di stile, lascia in Europa numerosi eredi – prima generazione dello Zen Soto europeo – con i quali fonda altrettanti Centri e Templi. Con il Maestro F. Taiten Guareschi, suo primogenito europeo nel Dharma (1983), promuove l’edificazione di Fudenji (1984), dove nel 1994 ha luogo l’insediamento come Primo Abate e Fondatore. L’incontro con i suoi futuri discepoli ed eredi inizia nell’estate del 1982, subito dopo la scomparsa dell’amico, condiscepolo e primo Kaikyosokan d’Europa (direttore di missione), Taisen Deshimaru Roshi.
Taisen Deshimaru Roshi (1914 – 1982)
Giunto dal Giappone a Parigi sul finire del 1967, dall’inizio della sua vera missione in Europa insegnò lo Zen in modo originale e poliedrico, elaborando su diversi registri gli aspetti essenziali di un’esperienza millenaria, secondo una visione capace di una sorprendente consonanza con il vissuto esistenziale e storico-culturale dei suoi contemporanei europei. Le sue intuizioni e le sue ricerche riguardo alle connessioni tra scienza, religione e filosofia emergono tra i suoi contributi più attuali anche in riferimento ai risultati e percorsi più recenti nell’ambito delle scienze cognitive. Una parte cospicua dei suoi insegnamenti è trascritta in numerose pubblicazioni in italiano, francese e giapponese.
Fausto Taiten Guareschi (1949)
Maturata una notevole esperienza nel campo delle Arti Marziali insegna per circa vent’anni il Judo, il Karate e il Kendo. Inizia nel contempo, sul finire degli anni ’60, l’esperienza dello Zen grazie all’incontro con Taisen Deshimaru – figura carismatica e pioniere dello Zen europeo – di cui diviene uno dei discepoli più prossimi. Primo europeo nel Lignaggio Zen Soto, nel 1983 è legittimato nel Dharma buddista da Narita Shuyu. Il primo nucleo di Fudenji prende forma nel 1984 dalla ristrutturazione di una vecchia casa colonica; nel ’94 il Monastero è offerto alla Guida del Rev. Narita Shuyu, chiamato ad esserne Abate Fondatore. Alla scomparsa del suo Maestro, alla fine del 2004, F. Taiten Guareschi diviene 2° Abate di Fudenji.
Fudenji, altrimenti detto “Tempio dell’altrove nell’altrove del tempo”, si caratterizza come centro di spiritualità e cultura, un crocevia aperto al dialogo e al confronto con le componenti d’avanguardia della cultura religiosa e scientifica contemporanea: dal 1989 è istituito un Seminario teologico.
L’istituto italiano Zen Soto Shobozan Fudenji, di cui F. Taiten Guareschi è ora presidente onorario,è stato riconosciuto dallo Stato come Ente di culto, con Decreto del Presidente della Repubblica